Quando puoi chiedere un'aspettativa per motivi familiari?

Scopri quando puoi chiedere un'aspettativa dal lavoro per motivi familiari o personali. Guida ai casi retribuiti e non retribuiti, requisiti e iter di richiesta.
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A volte la vita personale richiede pause dal lavoro per affrontare eventi importanti, familiari o privati. I permessi di lavoro e i congedi non sono gli unici strumenti di astensione dal lavoro di cui il dipendente può usufruire. Sia nel settore pubblico che nel settore privato, è un diritto del lavoratore richiedere un periodo di aspettativa dal lavoro per motivi familiari. Vediamo insieme come funziona, quali tipi di aspettativa esistono e quando è retribuita o meno.

 

Che cos’è l’aspettativa dal lavoro e come funziona?

L’aspettativa consiste nella possibilità per il lavoratore subordinato di assentarsi dal lavoro, anche per un periodo medio-lungo, conservando il suo impiego, e senza incorrere in sanzioni disciplinari o nel licenziamento. Non si tratta di ferie o permessi, ma di un’assenza giustificata più lunga, legata a motivi familiari, personali, formativi o sanitari.

 

Quali sono i tipi di aspettativa previsti dalla legge?

Esistono diverse forme di aspettativa, regolate da leggi specifiche, CCNL e norme interne aziendali.

 

Aspettativa per motivi familiari retribuita

È prevista in casi particolari, ad esempio:

  • Assistenza a familiari disabili (Legge 104/92): fino a 3 anni di aspettativa retribuita, per genitori con figli disabili gravi.
  • Congedo parentale o congedi straordinari: se finalizzati alla cura dei familiari e con requisiti precisi.

Sono casi eccezionali in cui lo Stato o il datore coprono (in parte o totalmente) lo stipendio.

 

Aspettativa non retribuita per motivi personali

Si tratta della forma più comune, richiesta per:

  • affrontare problemi familiari (es. assistenza anziani, nascita)
  • motivi personali rilevanti (es. ristrutturazione casa, situazioni familiari delicate)
  • svolgere il mandato a seguito dell’assunzione di cariche pubbliche elettive: l’aspettativa non è retribuita, ma consente di conservare il proprio posto di lavoro;
  • ricongiungimento con il coniuge all’estero 
  • avviare un’attività imprenditoriale o professionale: l’aspettativa, anch’essa riservata ai dipendenti pubblici, non può eccedere i 12 mesi;

In genere:

  • Durata massima: fino a 12 mesi (spesso frazionabile)
  • Destinatari: lavoratori a tempo indeterminato
  • Compatibilità: subordinata alle esigenze organizzative aziendali

Durante questo periodo non si percepisce stipendio, non si versano contributi e non maturano ferie o scatti d’anzianità.

 

Aspettativa per formazione, volontariato, salute

Altri casi previsti sono:

  • Formazione: fino a 11 mesi non retribuiti per aggiornamento professionale come, ad esempio, un Dottorato (dopo 5 anni di anzianità)
  • Volontariato: fino a 30 giorni retribuiti in caso di calamità o attività di soccorso
  • Cure sanitarie o disintossicazione: per usufruire di trattamenti tramite il SSN

 

Chi può richiederla e con quali requisiti?

Generalmente, può chiedere l’aspettativa:

  • chi ha un contratto a tempo indeterminato;
  • chi ha anzianità lavorativa (requisito variabile in base al tipo di aspettativa);
  • chi non è in prova o in malattia.

I lavoratori a tempo determinato sono esclusi, salvo casi particolari indicati nei CCNL.

 

Come presentare la domanda di aspettativa?

Per richiedere un’aspettativa devi:

  1. Verificare il contratto collettivo di riferimento
  2. Inviare una richiesta scritta al datore di lavoro o all’ufficio HR
  3. Specificare:
    • Motivazione
    • Durata richiesta
    • Eventuali giorni di ferie da unire

L’azienda valuterà la richiesta in base alle esigenze organizzative, rispondendo entro i tempi previsti dal contratto.

 

Quali diritti si perdono durante l’aspettativa?

Durante l’aspettativa non retribuita, il lavoratore:

  • non percepisce lo stipendio;
  • non matura ferie, TFR o scatti d’anzianità;
  • non versa contributi previdenziali;
  • non ha diritto a permessi o indennità collegati al lavoro attivo.

Tuttavia, non perde il diritto al posto di lavoro, che resta congelato per tutta la durata dell’assenza.

 

Aspettativa nel settore pubblico vs settore privato

Nel settore pubblico esistono forme più strutturate e spesso più generose:

  • più possibilità di richiesta formale;
  • aspettative per dottorati, incarichi pubblici, cariche elettive, avvio attività;
  • talvolta previste coperture retributive parziali.

Nel privato, invece, l’aspettativa è spesso discrezionale e regolata da CCNL o accordi aziendali. Il lavoratore deve sempre concordare l’assenza con il datore.

 

Domande frequenti sull’aspettativa per motivi personali

Qual è la differenza tra aspettativa retribuita e non retribuita?
L’aspettativa retribuita prevede il mantenimento dello stipendio (totale o parziale), mentre la non retribuita comporta l’assenza di qualsiasi compenso e di contributi.

Posso chiedere aspettativa per motivi familiari se ho un contratto a tempo determinato?
Di norma no. Le aspettative volontarie sono riservate ai contratti a tempo indeterminato, salvo eccezioni previste dai CCNL.

Come si richiede l’aspettativa per motivi personali al datore di lavoro?
Mediante richiesta scritta, indicando la motivazione, la durata e le eventuali ferie/permessi da unire. Il datore valuterà la compatibilità.

L’aspettativa comporta la perdita di ferie o contributi?
Durante l’aspettativa non maturano ferie né contributi. È una sospensione del rapporto di lavoro, senza effetti economici positivi.

L’aspettativa è diversa tra dipendenti pubblici e privati?
Sì. I dipendenti pubblici hanno accesso a forme più ampie e definite per legge mentre nel settore privato prevalgono contratti collettivi e accordi aziendali.

 

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